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Artemide: Dea della caccia

Artemide (per i Romani Latona) e sorella gemella di Apollo. Fu una tra le più venerate divinità dell'Olimpo e la sua origine risale ai tempi più antichi. In epoca romana fu associata a Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume. Il cervo e il cipresso erano fra i suoi simboli sacri.
Artemide era adorata e celebrata allo stesso modo in quasi tutte le zone della Grecia, ma i più importanti luoghi di culto a lei dedicati si trovavano a Delo (sua isola natale), Braurone, Munichia (su una collina nei pressi del Pireo) e a Sparta.

Era la dea della caccia, della selvaggina e dei boschi e una divinità lunare. Era, per sua espressa richiesta, vergine ma era adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo. Durante l'epoca classica ad Atene veniva identificata conEcate. Nei secoli Artemide/Diana, Ecate e Selene/Luna divennero una triade lunare contemplata nel (neo)paganesimo, nell'esoterismo e nella wicca.

Un disegno del tempio di Artemide a Efeso secondo la ricostruzione di Martin HeemskerckNella Ionia la "Signora di Efeso", una dea che viene identificata con Artemide, era oggetto di uno dei culti più importanti: Il Tempio di Artemide a Efeso, una delle sette meraviglie del mondo, fu probabilmente il più conosciuto centro dedicato al suo culto all'infuori di Delo. Negli Atti degli apostoli i fabbri efesini , quando sentono la loro fede minacciata dalla predicazione di San Paolo si levano a difenderla con fervore gridando: "Grande è Artemide degli efesini!!"Le fanciulle ateniesi di età compresa tra i cinque e dieci anni venivano mandate al santuario di Artemide a Braurone per servire la dea per un anno: durante questo periodo le ragazze erano conosciute come "arktoi" (orsette). Una leggenda spiega le ragioni di questo periodo di servitù narrando che un orso aveva preso l'abitudine di entrare nella cittadina di Braurone e la gente aveva cominciato a nutrirlo, in modo che in breve tempo l'animale era diventato docile e addomesticato. Una giovinetta prese a infastidire l'orso che, secondo una versione la uccise, secondo un'altra le strappò gli occhi. A ogni modo il fratello della ragazza uccise l'orso, Artemide andò per questo in collera e pretese che le ragazze prendessero il posto dell'orso nel suo santuario come riparazione per la morte dell'animale.

La gioventù di Artemide

Artemide è figlia di Zeus e Latona, nonché sorella gemella di Apollo. Latona, a causa di una maledizione lanciatale dalla moglie di ZeusEra, per poter mettere al mondo i due bambini era costretta a trovare un luogo che non avesse mai visto la luce del sole: per questo motivo Zeus fece emergere dal mare un'isola fino ad allora sommersa che, di conseguenza, il sole non aveva ancora toccato. Si trattava dell'isola di Delo e Latona vi partorì. Artemide nacque per prima, dopo soli sei mesi di gestazione e aiutò quindi la madre a dare alla luce Apollo.
L'infanzia di Artemide non è raccontata da alcun mito giunto fino a noi, ma un poema di Callimaco – "la dea che si diverte usando l'arco sulle montagne" – ne immagina un suggestivo aneddoto. Giunta all'età di tre anni Artemide, sedendo sulle ginocchia del re degli dei, chiese al padre Zeus di far avverare alcuni suoi desideri: per prima cosa chiese di restare per sempre vergine, poi di non dover mai sposarsi e di avere sempre a disposizione cani da caccia con le orecchie basse, cervi che tirassero il suo carro e ninfe come compagne di caccia (" sessanta fanciulle danzanti, figlie di Oceano, tutte di nove anni, tutte piccole ninfe di mare"). Il padre la assecondò e realizzò i suoi desideri.  Tutte le sue compagne rimasero così vergini e Artemide vigilò strettamente sulla loro castità.